Il Fondo Monetario Internazionale (FMI), istituito nel 1945 a seguito degli accordi raggiunti nella Conferenza di Bretton Woods del 1944, cui parteciparono le potenze Alleate nella seconda Guerra mondiale, da sempre lavora a stretto contatto con la banca mondiale. Anche il fondo come la BM è composto da 184 Stati membri. Il Consiglio dei Governatori è il principale organo decisionale. E’ composto da un Governatore per ognuno dei 184 Paesi membri e si riunisce una volta l’anno, in occasione degli “Annual Meetings”. A tale organo competono, in via esclusiva, le decisioni in tema di aumento delle quote e di ammissione di nuovi membri. Il Comitato Monetario e Finanziario Internazionale è organo consultivo cui partecipano i Governatori dei 24 Paesi maggiori contribuenti e definisce gli indirizzi strategici del FMI. Il Consiglio Esecutivo esercita l’amministrazione dell’ente ed è composto da 24 Direttori Esecutivi. I Paesi con un maggior numero di quote del FMI hanno de iure un Direttore Esecutivo (Stati Uniti, Giappone, Germania, Francia). Gli altri Paesi sono raggruppati in constituencies che eleggono un proprio delegato. Il Consiglio Esecutivo funziona in “sessione continua”, gestisce l’amministrazione corrente e decide sull’erogazione dei fondi. E’ coadiuvato dallo staff professionale del FMI, è controllato dall’IMFC (Comitato Monetario e Finanziario Internazionale) ed è presieduto dal Direttore Generale del FMI. Il Direttore Generale è eletto per un mandato di 5 anni (rinnovabile) e per prassi è un europeo (mentre il Presidente della Banca mondiale è statunitense).
I diritti di voto in seno al Consiglio sono proporzionali al numero delle quote sottoscritte da ciascun paese, che sono a loro volta calcolate sulla base di particolari indici paese determinati in ragione di alcuni fattori economici, fra cui PIL, transazioni di conto corrente e riserve ufficiali. Le quote di partecipazione al FMI (soggette a revisione ogni cinque anni) sono espresse in Diritti Speciali di Prelievo (Special Drawing Rights, SDR), ovvero nell’unità di conto del FMI (determinata secondo un paniere ponderato di quattro valute: dollaro USA, EURO, Yen, Sterlina). Quindi anche in questo caso le decisioni vengono prese dai paesi più ricchi.
Fu fondato con L’obiettivo di promuovere la stabilizzazione delle relazioni monetarie e finanziarie internazionali. L’esigenza della cooperazione in tale settore deriva dalla constatazione che le economie sono interdipendenti e che la stabilità monetaria e finanziaria ha ripercussioni positive sulla crescita economica mondiale.

Il FMI ha inizialmente operato in un sistema di tassi di cambio fissi ma aggiustabili, imperniato sulla convertibilità del dollaro in oro, concedendo assistenza finanziaria a carattere temporaneo agli Stati membri per compensare gli squilibri delle bilance dei pagamenti. In realtà, in un primo momento, il ricorso alle risorse del Fondo fu limitato. Negli anni ’70, con l’abbandono del sistema dei cambi fissi, il FMI ha esteso la propria azione agli squilibri macroeconomici, mentre ha gradualmente assunto maggiore importanza la funzione di sorveglianza sulle politiche economiche dei Paesi membri. Nel frattempo, l’attività del FMI si è indirizzata in maniera crescente verso i Paesi in via di sviluppo (PVS) ed il credito a medio termine. Inoltre aveva il compito di promuovere la crescita economica mondiale e fare in modo che i paesi con debiti molto alti riuscissero a ripagarli.
I paesi poveri infatti sono spesso indebitati moltissimo, in tutto di 2600 miliardi di dollari. Le ragioni sono molteplici, ma nessuno ha niente a che vedere con il fatto che gli abitanti di quei paesi abbiano vissuto al di sopra delle loro possibilità. Al contrario loro ci rimettono sempre.
I 60 milioni di abitanti del Congo devono restituire il denaro dei debiti che hanno accumulato fino al 1960 i coloni belgi e più tardi il terribile dittatore Mobuto Sese Seko con il sostegno dei colonizzatori occidentali. Miliardi dei fondi rubati da Mubuto sono ancora depositati in conti svizzeri, mentre gran parte della popolazione soffre la fame. In Brasile, i dittatori militari che rimasero al governo fino al 1984 costruirono, con l'aiuto del gruppo Siemens e di banche tedesche, varie centrali nucleari e produssero una montagna di debiti che non si è ancora finito di pagare. Al contempo 50 milioni di brasiliani soffrono la fame.
Soltanto gli interessi che i paesi poveri devono pagare sui loro debiti ammontano a 125 miliardi di dollari l'anno, quasi il quadruplo della cifra che tutti gli anni viene impegnata per aiuti ai paesi in via di sviluppo. Perché tutti gli anni il cosiddetto ammortamento del debito possa essere finanziato, l' FMI presta temporaneamente del denaro ai paesi a rischio, tuttavia subordinato come la banca mondiale a condizioni ben precise: gli stati che accettano il credito devono preoccuparsi di ridurre le spese pubbliche e sociali. A sua volta questo porta a privatizzazioni, delle quali le multinazionali traggono profitto.
L'fmi è accusato anche di aver contribuito al collasso economico di intere nazioni come l'Argentina, l'Indonesia, la Corea del sud e la Thailandia, riducendo alla povertà milioni di persone. Inoltre l'organizazione esorta molti paesi a mantenere alti i tassi d'interesse. In questo modo gli affari sono particolarmente lucrativi per gli investitori stranieri. Per le popolazioni meno abbienti di questi paesi invece diventa pressoché impossibile prendere denaro in prestito, anche se ne ha estremo bisogno, perché? Se un brasiliano per esempio vuole fondare un'impresa e contrae un debito con una banca, deve pagare annualmente quasi il 20% di interessi, e di norma non è possibile che riesca a guadagnare così tanto con l'azienda. Colui invece che ha già il capitale, o paga meno interessi in paesi più ricchi, può investire questo denaro in Brasile con notevoli profitti.
L.A. Free
Cit. "Il libro che le multinazionali non ti farebbero mai leggere" di Klaus Werner-Lobo
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L.A. Freewww.worldbank.org
Cit. "Il libro che le multinazionali non ti farebbero mai leggere" di Klaus Werner-Lobo
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La Banca Mondiale
La banca mondiale fu fondata nel 1944 per finanziare la ricostruzione dell'Europa dopo la seconda guerra mondiale; nel frattempo si è dedicata alla lotta contro la povertà, soprattutto in Asia, Africa e America latina, ed è proprietà dei 185 stati membri. La BM è formalmente un’Agenzia specializzata delle Nazioni Unite. A differenza del sistema ONU, il sistema di voto in seno alla BM è ponderato sulla base della quote di capitale versate dai suoi membri/azionisti. Il principale organo decisionale della BM è il Consiglio dei Governatori (Board of Governors), composto da un Governatore e da un sostituto nominati da ogni Paese membro, per un periodo di 5 anni (l’Italia è rappresentata dal Governatore della Banca d’Italia).
L’organo che gestisce l’amministrazione dell’ente è il Consiglio Esecutivo (Board of Directors) composto da 24 Direttori Esecutivi nominati o eletti dai Paesi membri. Le decisioni sono prese a maggioranza ed il potere di voto è proporzionale alle quote di partecipazione e quindi per lo più in mano ai paesi ricchi primi, fra tutti USA, Giappone, Germania, Francia e Gran Bretagna.
La banca mondiale presta molti soldi ai paesi in via di sviluppo, cioè concede loro crediti. Con questi crediti vengono per lo più finanziati progetti attraverso i quali le multinazionali guadagnano bene, ma le popolazioni mondiali e l'ambiente soffrono. Tra i numerosi progetti ricordiamo le grosse dighe per le centrali idroelettriche e gli oleodotti. Spesso a causa di questi grandi progetti migliaia di persone vengono costrette a lasciare la loro patria e perdono le basi della loro vita, ma ai potenti della banca mondiale questo poco importa. Realizzano perfino desideri di dittatori, come la costruzione di enormi palazzi del governo. La creazione di strutture democratiche non ha avuto nessun peso nella concessione del credito.
Al contrario all'inizio degli anni ottanta la Banca Mondiale vincola l'assegnazione di denaro a rigide condizioni economico-politiche. Si parla di "Programmi di adeguamento delle strutture" tramite i quali le infrastrutture pubbliche dei "Paesi postulanti"devono essere adattate alle esigenze dell'economia di libero mercato: occorre diminuire i salari, privatizzare le istituzioni pubbliche, e ridurre drasticamente le spese sociali. In seguito a questi programmi, molti dei paesi non hanno più denaro per scuole e ospedali e sono costrette a privatizzare Questa è una conseguenza gradita alle multinazionali, che così possono gestire privatamente tali strutture, ovviamente solo per i ricchi: in fin dei conti devono rendere qualcosa.
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Cit. "Il libro che le multinazionali non ti farebbero mai leggere" di Klaus Werner-Lobo
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